Come funziona la migrazione dei dati su un sistema SAP

A 10 anni dal suo rilascio nel 2011, il database SAP HANA è la migliore soluzione per gestire grandi moli di dati ed eseguire operazioni complesse in pochi secondi.
Analisi real-time, velocità, predittività e conseguente riduzione dei costi sono solo alcuni dei motivi per migrare i propri dati aziendali su un sistema SAP. Ma vediamo nello specifico di cosa si tratta.

Come migrare a SAP HANA

Se esistono diverse vie per migrare a SAP HANA quello che è importante ricordare è quanto sia fondamentale farlo nel modo corretto. La migrazione a SAP HANA deve essere pianificata ed eseguita con la guida di un consulente SAP esperto, pena la perdita di dati indispensabili per il funzionamento delle applicazioni mission critical come l'ERP o l'insorgere di incompatibilità tra sistemi legacy e la nuova piattaforma gestionale.
La migrazione dei dati non può quindi prescindere da una precisa attività di assessment della natura delle risorse da trasferire.

Passiamo quindi alla migrazione vera e propria. La prima valutazione da fare è decidere cosa salvare, cosa eliminare e cosa cambiare. Un’azione semplice a primo impatto, ma fortemente strategica.
Dopodichè ci si ritrova di fronte ad un’altra scelta fondamentale: il tipo approccio. Greenfield o brownfield? Analizziamo le differenze.

L’approccio greenfield

Questa via prevede la creazione di un ambiente ex novo, appositamente progettato per le esigenze dell’azienda cliente in funzione della nuova piattaforma. Tra i vantaggi troveremo il massimo grado di compatibilità tra architettura e parco applicativo, tra le criticità la perdita dei dati fino a quel momento raccolti ed elaborati.

Si tratta dunque dell’opzione più semplice, che prevede una nuova installazione. Saranno perciò configurate delle nuove macchine con un avvio da zero, effettuando poi una ripresa dati applicativa dai sistemi pre-esistenti, declinandoli in totale verso SAP HANA.

Tra i benefici della nuova installazione nella migrazione a SAP HANA troviamo: 

• l'opportunità di correggere i problemi dell’anzianità del ciclo di vita del sistema in esercizio; 
• l’aumento della flessibilità attraverso una migrazione selettiva solo su dati specifici senza interruzione dell’attività, pulizia di aree peculiari e riduzione della ridondanza; 
• la standardizzazione dell’introduzione di nuovi processi di business utilizzando modelli consolidati; 
• la minimizzazione del downtime dei servizi;

L’approccio brownfield

In questo caso sarà fatto migrare su SAP HANA tutto ciò che viene valutato indispensabile nel nuovo ambiente, costruendo connettori e traduttori in grado di garantire la continuità di business.

Stiamo parlando della classica migrazione a SAP HANA, dove il sistema viene portato verso il database HANA tramite upgrade graduali.

A seconda della release di partenza del sistema il numero di aggiornamenti potrà cambiare, ciò significa che se il sistema di origine è già stato aggiornato ai livelli minimi richiesti per la migrazione al database l’upgrade potrebbe non essere necessario.

Al termine di queste attività sul sistema sorgente si può procedere con la migrazione che, effettuata a step progressivi, permette, tramite punti di ripristino e in casi estremi, di tornare all’ultimo stato disponibile, dal quale far riprendere la migrazione.

Quali sono i benefici dell’approccio brownfield?

In primo luogo il mantenimento dei dati/processi attuali senza cambiamenti, in secondo luogo permette di spalmare le attività di migrazione nel tempo, semplificando le tematiche di budget. Infine semplifica il lavoro sui sistemi da migrare e la complessità dell’intero progetto grazie alla separazione dell’attività in più task successivi.

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